Sikorsky SH60-F

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L’elicottero oggetto di questo articolo è la versione navale del notissimo multiruolo in forze presso l’esercito degli Stati Uniti e di molti altri paesi.

Il progetto iniziale nasce dalla specifica richiesta dall’ US Army per un sostituto del UH 1 Huey, successivamente la Navy ha richiesto una navalizzazione del velivolo con rotore principale e trave di coda ripiegabili, mutata posizione del carrello di coda, suite avionica completamente rivista per i vari ruoli di utilizzo in seno alla marina.

Il modello di partenza dalla scatola SK che mi sono reso conto essere l’esatta copia dello stesso kit Hasegawa salvo il fatto di avere una plastica molto più spessa, la pannellatura più grossolana e i trasparenti…….lasciamo stare, acquistata forse perché costava meno della concorrente nipponica.
Per le considerazioni fatte prima, l’idea di osare nel montaggio di questo kit già frullava nella testa, la spintarella giusta è arrivata da alcune foto fatte (e gentilmente concesse) dall’amico Riccardo recatosi in visita a bordo della portaerei J.F.Kennedy.
Ormai il dado è tratto, dalla originaria versione B si passerà alla F ma sopratutto l’elicottero sarà tutto “chiuso” in configurazione di stivaggio a bordo delle navi.
Si inizia quindi dal seghetto (avete letto bene !!), come prima cosa si va a separare il trave di coda a livello della cerniera di ripiegamento poi va eliminato il radome del radar sporgente sotto il muso della fusoliera, inoltre sulle foto si nota l’assenza dei dispensatori ECM ai lati posteriori della fusoliera.
A questo punto il montaggio prosegue con tre sotto assemblaggi separati: coda, fusoliera centrale, rotore principale.
Partendo dalla fine, dal troncone di coda, ho da prima eliminato le griglie stampate in plastica quindi, assottigliati i bordi, le ho sostituite con sottile rete di ottone.
Si passa poi alla costruzione della paratia a livello della cerniera di ripiegamento.
Il dettaglio è fortunatamente semplice (fate riferimento ad una bellissima foto sul Lock On di Verlinden), l’importante è verificare passo passo l’allineamento per il futuro assemblaggio con la fusoliera.
Il rotore anticoppia l’ho semplicemente migliorato con le fotoincisioni (Eduard n° 72-118), lo stabilizzatore va invece tagliato sulle linee di ripiegamento e reincollato chiuso ricostruendo con un po’ di sprue le cerniere.
Un’altro discorso riguarda la fusoliera, cominciando dal pianale della cabina di pilotaggio iniziano i dolori.
I sedili dei piloti sono sostenuti da un’inverosimile blocchetto quadrato che va eliminato e sostituito con la struttura tubolare come nella realtà; la consolle centrale fra i due piloti va sostituita con quella fotoincisa della Eduard; cosi come le pedaliere e le cloches vanno migliorate con filo metallico.

Altro punto da rivedere è la zona antistante le pedaliere.
Qui il pianale del kit arriva a filo del trasparente inferiore anteriore ma nella realtà questa zona è libera per consentire la visibilità in atterraggio, pertanto lima e plasticard e si va a tagliare il pavimento e a ricostruire le parti sottostanti per non lasciare filtrare la luce.
Da sostituire poi con le fotoincisioni anche il cruscotto principale e la palpebra dello stesso.
Sulla scatola degli switchs sul cielo del parabrezza aggiungiamo la leva del rotore con la maniglia in rosso, abbassata nel nostro caso visto che il rotore è ripiegato.
Il “vano di carico” è stato lasciato volutamente vuoto, il portellone sarà poi chiuso (l’idea di ricostruire la postazione del SENSO è già in fase progettuale per il prossimo SH-60 B), completano gli interni la paratia fra il posto di pilotaggio e il vano di carico e le pedaliere in fotoincisione.
Il lavoro si direbbe concluso se non fosse per il parabrezza che non ne vuole proprio sapere di stare al suo posto.
Dopo varie prove, adattamenti, colpi di lima, ho deciso per una soluzione drastica.
Nella vetrina dei modelli giaceva modesto un UH-60 Hasegawa costruito con i limiti di qualche anno fa, per cui un colpo di cutter, una ripulita dalle tracce di colla e alla prima prova già si nota una migliore adattabilità, soltanto la zona fra i due finestrino sul cielo della cabina risulta meno bombata e va riempita con il Milliput.
Si possono ora chiudere le due semifusoliere e ripassare tutte le stuccature dove abbiamo in precedenza tolto le “protuberanze elettroniche”.
Osservando le foto dell’elicottero si nota come i pylon, che sostengono gli armamenti ai lati della fusoliera, nel corso delle varie versioni abbiano subito delle modifiche nella forma, pertanto ho deciso buttare quelli del kit e di ricostruirli con il plasticard.
Controllate le stuccature arriva la parte più ludica.
Ogni elicottero è un vero bazar di antenne, ganci, sonde, griglie ect. ect.
Bisogna prestare particolare attenzione ai pitot che erroneamente sia nel kit che nelle fotoincisioni vengono indicati come posizionati sul tetto della fusoliera; ciò è sbagliato in quanto nelle versioni navalizzate, forse per il rotore pieghevole, i pitot escono dai trasparenti davanti alle pedaliere dei piloti.
Per la testa del rotore mi sono limitato a migliorare le aste di comando del passo, aggiungere qualche tubicino e alcune ghiere.

Rimane da produrre il cinematismo di ripiegamento delle pale; dopo aver osservato molte foto ed aver abbozzato vari sistemi costruttivi mi sono reso conto che ogni soluzione diventava o molto debole strutturalmente o assolutamente sovradimensionata per la scala del modello.
Ho allora deciso di usare del semplice filo di rame inserito in apposito fori fatti sul rotore e sulle pale, il tutto si è risolto in modo abbastanza onorevole.
Sembra proprio essere giunto il momento della verniciatura.
In ossequio al TPS anche gli elicotteri sono dipinti oggi in grigio tono su tono; pertanto sono partito da un Tamiya XF19 su tutta la fusoliera ad eccezione della parte superiore dipinta con il Tamiya XF54, fondo lucido e poi, in teoria, le decals ma anche qui la SK mi ha dato una delusione.
Una volta applicate seppur con emolliente Gunze le decals del kit presentano un effetto silvering improponibile.
In alternativa non resta che cannibalizzare la scatola Hasegawa del suo foglio decals ed è ciò che ho fatto.
A questo punto si può pensare di assemblare le varie sezioni del modello, solo qualche attenzione nell’allineamento dei due segmenti di fusoliera e l’aggiunta dei condotti elettrici ed idraulici verso il troncone di coda.
Prima di opacizzare il tutto rimane ancora una serie di piccoli dettagli da applicare (specchietti, tergicristalli, antenne a filo ect.).
Per finire rimangono da realizzare i supporti che sorreggono le pale del rotore quando sono ripiegate.
Dopo varie prove con del plasticroad ho chiesto aiuto al papà, ferromodellista, che saldando a stagno dei sottili fili metallici mi ha risolto la questione; un leggero invecchiamento e una basetta inusualmente piccola per un elicottero hanno concluso il lavoro.