McDonnell Douglas Boeing AH64-D Apache Longbow

wpe1

La Storia

L’Apache fu sviluppato per rispondere ad una proposta dell’ U.S.Army nel 1972 per la sostituzione del AH-1 Huey Cobra prima serie e sulla base del AH-56 Cheyenne, mai entrato in servizio.
I prototipi finalisti furono lo YAH-63 presentato dalla Bell e lo Hughes YAH-64. Risultò vincitore, anche se non  esente da problemi, lo YAH-64 iniziando ad equipaggiare i reparti verso la fine del 1983.

apache2apache3L’abitacolo prevede la collocazione dei due uomini di equipaggio in tandem con il posto anteriore occupato dal CPG (Co-Pilot Gunner) e il pilota seduto sul sedile posteriore in posizione rialzata.
Entrambi i sedili sono blindati con pannelli in Kevlar resistenti all’impatto e separati da una barriera trasparente e i vetri, a salvaguardia da colpi diretti creati in blindovetro.

apache4

Entrambi i piloti sono dotati di un casco speciale con un visore particolare in grado di acquisire e ingaggiare il bersaglio guardando nella sua direzione.

Inoltre dietro il rotore principale è situato un disturbatore IR AN/ALQ-144(V) Disco light.
Essendo un elicottero da combattimento, vero punto di forza è l’armamento, dietro l’abitacolo due piccole alette dispongono di quattro attacchi ai quali sono appesi fino a 16 missili anticarro AGM-114 Helfire a guida laser, oppure una combinazione di 8 missili Helfire e 19 o 27 razzi non guidati da 70 mm, a queste possono essere aggiunte altre combinazioni con missili AIM-9L Sidewinder o antiradar Sidearm.
Sotto il muso poi trova posto il Chain Gun (cannone a catena, per la catena metallica che porta le munizioni alla canna), micidiale cannone automatico da 30 mm M230E-1.

Il Chain Gun è asservito ai mirini montati sul casco descritto sopra, segue pertanto gli sguardi dei piloti, brandeggiando e aprendo il fuoco sui bersagli “guardati”. Nonostante la buona qualità della macchina si verificarono problemi durante la vita dell’Apache, il più importante fu che l’elicottero doveva esporsi per scoprire i suoi nemici diventando così, nonostante la sua blindatura, piuttosto vulnerabile. Questo e altri piccoli difetti portarono, nella metà degli anni ottanta, la McDonnel Douglas diede corpo agli studi relativi allAdavanced/Apache Plus. L’AH-64B, così inizialmente designato, ebbe un abitacolo rivisto e aggiornato e con un nuovo sistema di controllo di tiro. Le limitazioni dell’Apache divennero evidenti durante l’operazione Desert Storm e portarono allo sviluppo di una versione da attacco migliorata con l’innovazione principale nell’installazione al di sopra della testa del rotore di un radar Longbow, in seguito il nome poi adottato dal nuovo AH-64D. Questo speciale radar consente all’Apache di restare occultato mentre attacca gli obbiettivi aumentando quindi le sue possibilità di sopravvivere al fuoco nemico. I primi Longbow sono stati consegnati nel marzo 1997, e il primo reparto di linea è risultato operativo nel luglio 1998. L’AH-64D ha ricevuto uno spettacolare collaudo in un test, nei pressi di China Lake, dove un gruppo misto di AH-64A e D ha effettuato delle prove di tiro comprendenti alcuni dei più complessi scenari di guerra mai concepiti in esercitazione. I risultati delle valutazioni sono stati semplicemente sbalorditivi. Le versioni D hanno totalizzato 300 centri su veicoli corazzati con quattro velivoli “abbattuti” perdite mentre gli A solo 75 con addirittura ventotto perdite.

Il Modello

apache10

Quando giunse la notizia dell’imminente uscita di questo modello la prima cosa che pensai fu:
un altro? Ma serviva proprio? All’epoca avevo già iniziato a procurarmi il set della Verlinden e il relativo Lock On per iniziare la costruzione del già notevole Monogram AH-64A, ma quando le foto arrivarono sul mio PC dovetti ricredermi, serviva proprio. All’interno della scatola si trovano 9 stampate grigio chiaro più ben 3 stampate per i trasparenti e una piccola in gomma con quattro cilindri da utilizzare per i carichi bellici. Il dettaglio è incredibile come la scomposizione dei pezzi tanto da non far assolutamente rimpiangere il Monogram. I pannelli sono in negativo e in positivo dove serve, con le superfici ricoperte da centinaia di rivetti che in caso di stuccature, poche a dire il vero, obbligano ad un certo lavoro per non cancellarli. Il montaggio come consuetudine si apre con l’abitacolo.
Avendo iniziato il modello appena uscito nei negozi, non esistevano ancora i set di superdettaglio alla CMK o AIRES, ma in questo caso non ne ho sentito la necessità, ho deciso infatti di montare il tutto rigorosamente da scatola e addirittura con i piloti inseriti nei seggiolini, uniche aggiunte le cinture ricavate da nastro da carrozzieri e filo di rame sottile per le fibbie.
I pannelli strumenti, sia frontali che laterali, sono perfettamente riprodotti e il foglio decal che li completa va solo ritagliato quadro per quadro e posizionato con cura.
Terminato l’abitacolo si passa alla chiusura della fusoliera senza nessun problema, quel poco di stucco che si usa anziché carteggiarlo l’ho eliminato con un cotton fioc imbevuto di Acetone.
Un consiglio, dato la riconosciuta aggressività del solvente in questione io uso l’acetone alla mandorla, oltre a lasciare un gradevole profumo sul modello non intacca minimamente la plastica.
Lo stesso procedimento ho usato per il montaggio dei motori, già belli così anche se le griglie sono solo stampate. A essere sinceri un problema c’è, infatti, e non capisco il motivo, i pozzetti dei carrelli principali non sono chiusi.Per risolvere il “Gap” sono ricorso al consueto plasticard ricostruendo il pozzetto nelle dimensioni corrette.

apache14
Durante il montaggio del TADS mi sono servito dei cilindri in gomma per lasciare libero di muoversi l’apparato che normalmente è rovesciato all’ indietro e quindi nascosto alla visione esterna. Per l’armamento ho preferito usare solo le razziere per non sovraccaricare eccessivamente il modello già ricco di particolari come antenne, sensori ecc..Il Chain Gun è perfetto, anche qui, ho usato il cilindro per non conferire una posizione definitiva del cannone; si è vero questo è modellismo statico, ma a volte qualche licenza bisogna prendersela.Il montaggio del rotore principale e di coda non necessita dei consueti cavi in quanto già presenti anche se leggermente sovradimensionati. La colorazione, seguendo le indicazioni dello schema di costruzione, è completamente in verde, ma anziché usare, come consigliato, una miscela di Gunze Olive Drab 1 e il 30% di nero ho preferito il Gunze Olive Drab 2 corretto con il 20% di nero sempre Gunze semilucido. Con del nero molto diluito ho ripassato a mano libera tutti i punti di maggior usura, trave di coda, alette, e scarichi motori, e con del Grigio Humbrol 128 a pennello asciutto tutti i rivetti e i pannelli. Ho fissato il tutto e preparato il campo per le numerose decals con una mano di vernice lucida Tamiya. Infine, dopo una leggera passata di vernice satinata ho posizionato tutti quei particolari talmente leggeri e delicati da rompersi allo sguardo.

Lascia un commento