Aermacchi MB 339 A

MB339

Il Velivolo

Aereo da addestramento a reazione costruito in Italia dall’Aermacchi.
E’ in servizio nell’aeronautica militare italiana e in alcune forze aeree straniere.
Il velivolo è stato realizzato in risposta ad un contratto di studio dello stato maggiore dell’aeronautica siglato nel 1972 per un aviogetto da addestramento di seconda generazione destinato a succedere all’MB 326.
La struttura dell’MB 339 era quasi la stessa: solo la parte anteriore della fusoliera, con l’abitacolo modificato per i due posti di pilotaggio scalati in altezza e con il piano di coda verticale più ampio, era diversa.
Nel febbraio 1975 l’aeronautica militare italiana scelse la proposta dell’ Aermacchi.
Il primo di due prototipi volò nell’ agosto 1976, seguito dal secondo, con alcune modifiche, nel maggio 1977.
Il primo esemplare di serie, di una commessa complessiva di 100 macchine, volò nel 1978: oltre che equipaggiare la 61° brigata aerea da addestramento basico, l’MB 339 è in dotazione dal 1980 anche al 313° gruppo addestramento acrobatico “ Frecce Tricolori “.
L’aereo ha avuto anche un buon successo d’esportazione ed è stato fornito ad argentina, Dubai, Ghana, Malesia, Nigeria, Nuova Zelanda e Perù.
In particolare, l’aviazione navale argentina ha impiegato i suoi MB 339 in missioni antinave contro gli inglesi durante la guerra delle Falkland-Malvine nel 1982.
Nell’MB 339 i due occupanti usufruiscono de seggiolini eiettabili Martin-Baker zero-zero, che nella serie MB 326 erano presenti solo nelle versioni E, K e L.
L’avionica è adeguatamente aggiornata e include un calcolatore di navigazione, un Tacan, strumentazione per atterraggio con visibilità zero, impianti di identificazione IFF e radio UH e VHF.
La fusoliera e i serbatoi permanenti alle estremità alari contengono 1413 l di carburante, cui possono aggiungersi altri 340 l in ciascun serbatoio sganciabile.
Il biposto MB 339 è stato realizzato in tre versioni: “A” base da addestramento; “B” con motore Viper 680 che dispone di una spinta superiore del 10%; “C” con avionica rinnovata, che oltre ad assicurare l’addestramento avanzato, consente di condurre missioni di attacco al suolo anche con missili AGM 65 Maverick o altro armamento sofisticato, grazie alla presenza di un Head Up Diplay, piattaforma inerziale, sistema di navigazioni e attacco digitale e telemetro laser.
Dispone, inoltre, di sei punti d’attacco subalari.
Durante lo sviluppo dell’ MB 339 l’ Aermacchi ha elaborato le possibilità di incremento delle doti belliche del velivolo e ha fatto nascere, come già con l’ MB 326, la versione monoposto MB 326 K che ha volato per la prima volta nel maggio 1980.
In questa variante l’abitacolo posteriore (destinato all’ istruttore) è stato rimosso e lo spazio ricavato è stato destinato ai serbatoi di munizionamento dei cannoni (due da 30 mm nel muso), ad apparati elettronici e al carburante.
L’ala è stata irrobustita per sopportare un carico massimo di 2500 Kg in luogo dei 1800 dell’ MB 339 A.
Le prestazioni operative del monoposto sono superiori a quelle del biposto e anche l’autonomia è notevolmente aumentata grazie alla maggiore capacità dei serbatoi: 2880 l (2030 interni e 850 esterni).
L’MB 339 K è stato interessato da commesse estere, come quelle del Dubai e del Ghana.
Ultimamente è stata sviluppata una nuova versione del velivolo designata MB 339 CD (Completamente Digitale) con una nuova dotazione avionica con schermi catodici a colori.
Tale versione ha partecipato al concorso indetto dall’ USAF per aggiornare la propria dotazione di addestratori avanzati, purtroppo una politica economico-nazionalista non ha incontrato il favore della forza armata, nonostante i vari pareri positivi da parte dei piloti che hanno avuto il piacere di pilotarlo.
Naturalmente tale versione è destinata a sostituire la nostra linea di aerei da addestramento e combattimento anticarro ed elicottero.
Si pensa inoltre di aggiornare anche il 313° Gruppo acrobatico “Frecce Tricolori”.

Caratteristiche:

Apertura Alare: 10, 86 m (35,6 ft)
Lunghezza: 10.97 (36 ft)
Peso a vuoto: 3215 kg
Peso massimo al decollo: 5895 kg (13000 lb)
Propulsione: 1 turbogetto Rolls Royce Viper 680-43 da 1996 kg/spinta (4000 lb)
Velocità massima a livello mare: Mach 0.85
Raggio d’azione: 1760 km (1094 mi)
Autonomia massima: 2110 km (1310 mi)

Il Modello

e stampate sono fondamentalmente quelle della versione MB 339 PAN, con l’aggiunta dell’armamento.
A mio parere il difetto maggiore che si può ravvisare nell’ insieme, oltre alle pannellature troppo incise nella fusoliera, è una carente descrizione del posizionamento delle decals.
Ovviamente a questo si può sopperire con foto pubblicate sulle maggiori riviste di carattere aeronautico.
Le incisioni, come dicevo, un po’ marcate nella fusoliera si possono in ogni modo attenuare con una leggera carteggiatura con carta fine del tipo 800 o 1200 ad acqua.
Seguendo le buone tavole di montaggio s’inizia dall’ abitacolo, che nonostante sia ben riprodotto spinge ad un maggiore dettaglio.
Ai seggiolini ho assottigliato le paratie laterali fino a portarle a circa 1 mm, ho aggiunto poi con un foglio di stagno sottile il cuscino che fornisce l’imbottitura dello schienale, sempre con lo stesso stagno ha riprodotto le cinture di sicurezza e con filo di rame le fibbie. on del rame un po’ più spesso, ho realizzato le maniglie d’espulsione ad entrambi i lati dei sedili e con del filo azzurro le cinghie di ritenzione delle gambe del pilota.
Esistono in commercio delle bellissime cinghie fotoincise ma a volte la semplice autocostruzione da maggiore soddisfazione.
Oltre a tagliare dal sedile posteriore la base, come segnalato nelle istruzioni ho assottigliato i rostri superiori altrimenti la chiusura del canopy sarebbe stata difficoltosa.
A questo punto sono passato alla colorazione come da istruzioni e al posizionamento delle decals riproducenti la marca del sedile ed alcuni messaggi di sicurezza.
Molto belli i pannelli strumenti scomposti in tre pezzi da montare leggermente inclinati.
Per evidenziare gli strumenti uno per uno dopo aver dato una mano di grigio 36375, ho utilizzato un pennarello indelebile con punta da 0.05 mm.
Nel montaggio del cockpit anteriore non ho inserito il pezzo contrassegnato con il numero A13 altrimenti il martinetto d’apertura del canopy non si sarebbe potuto montare.
Ai lati delle fusoliere ho aggiunto con del plasticard le tasche porta documenti ad entrambi i piloti, le quattro luci di carteggio e le bocchette d’aerazione.
La colorazione degli interni è in grigio 36375 che ho leggermente schiarito mentre il fondo dei sedili è stato mantenuto leggermente più scuro poiché le continue attenzioni da parte della manutenzione li rendono un po’ sporchi.
Nella paratia posteriore ho aggiunto dei cavi che partono dal pavimento e arrivano alle scatole dietro al sedile.
Il tutto ha combaciato alla perfezione tranne che per la palpebra posteriore dove ho aggiunto uno stato di plasticard di circa 1.5mm.

Stuccato il tutto ho inserito l’HUD solo nel posto di pilotaggio anteriore perché così è nella maggior parte dei voli d’addestramento. Tale HUD va studiato attentamente prima del montaggio perché le istruzioni a riguardo non sono perfette.
Una mano di nero opaco e un leggerissimo dry brush di grigio hanno completato gli interni.
Prima di chiudere le semifusoliere oltre ad appesantire il muso per evitare il fastidioso sedersi di coda, ho forato la presa d’aria sul lato destro.
Il vano motore, altro pezzo da inserire prima di chiudere il tutto, è stato verniciato di nero opaco e passato con un dry brush in argento e un lavaggio con colore ad olio bruno.
Per il vano dell’ aerofreno e dei carrelli ho utilizzato il verde erba della Tamiya smorzato ulteriormente nel tono.
La chiusura della fusoliera non ha comportato grossi problemi di stuccaggio se non nella parte sottostante dove sono presenti le griglie, naturalmente ho tagliato le varie antenne a lama che sono state montate successivamente più sottili.
L’assemblaggio delle ali, che ricordo essere di stampo nuovo dalla vecchia scala della versione PAN è pressoché perfetto e la novità, che consiste nel raccordo delle due parti non più a livello di bordo d’uscita, consente d’avere quest’ultimo con un grado di sottigliezza eccezionale.
All’ interno della confezione esistono diverse varianti di taniche di carburante d’estremità alari.
Nella versione Italiana, quella da me scelta, ho utilizzato quelle cilindriche.
Diverse prove a secco mi hanno permesso di non rovinare con grosse stuccature il notevole dettaglio di superficie.
Effettuato il montaggio delle ali e dei piani di coda senza problemi ho iniziato i carrelli.
A quello anteriore ho aggiunto i bulloni di chiusura della forcella sulla gamba e sulla ruota mentre a quelli posteriori dopo aver dato la corretta angolazione, il circuito idraulico dei freni.
Entrambi sono stati colorati con alluminio scurito nei punti di giunzione con del nero molto diluito.
Una nota particolare merita la colorazione del cerchione anteriore che va in alluminio solo nel disco più piccolo e non su quasi tutta la superficie della ruota.
A questo punto sono passato all’ armamento.
Avendo visto nascere il modello in anteprima dal costruttore sono rimasto impressionato della presenza delle canne dei cannoni, in ottone tornito, come delle belle razziere che ovviamente avendo i fori aperti implicano l’avvenuto lancio.
Unica cosa da fare è praticare il foro dello scarico dei bossoli sul lato destro dei cannoni.

I flap che in parcheggio sono generalmente inclinati sono stati assottigliati per portarli al livello dell’ala come finezza.
Applicato il trasparente anteriore e dovutamente mascherato sono passato alla colorazione.
La versione da me scelta è quella in monogrigio 36320, con il musetto e la parte anteriore dei serbatoi alari in grigio 36440.
Ho utilizzato gli acrilici della Gunze per il loro grado di satinatura reale al mezzo vero.
Le scuole di pensiero qui si possono sprecare di teorie sul chiaro scuro di un colore nelle varie scale, ma l’aver visto sul posto diversi MB 339 tutti e sottolineo tutti con diversi gradi di tonalità anche se partiti dallo stesso colore mi fa pensare che molto difficilmente si può riprodurre il giusto tono, anche l’utilizzo di foto rese più o meno false dalla luce, dal clima e dai vari lavaggi che l’aereo subisce per mano di madre natura o umana, tendono ad ingannare.
Il mio motto quindi è cerca di riprodurre quanto più fedelmente il tuo occhio ti dice.
I serbatoi sono opportunamente mascherati hanno subito un primo strato di bianco opaco nella parte centrale per poi lasciare il posto all’ arancio fluorescente 28913 che ho schiarito con mani sempre più leggere nella parte superiore ad imitare lo scolorimento che nella realtà porta questa superficie quasi bianca.
Per le armi ho utilizzato lo J.A.Green della Tamiya notevolmente scurito con il nero che ne ha smorzato il tono.
Le canne in ottone sono state passate con il titanio metalizer della Testor scurito anch’esso e sottoposto a lavaggi di gun metal.Anche qui un leggero dry brush ha reso i contorni nel giusto livello.
Alle razziere prima di applicare il verde ho spruzzato una mano leggera di titanio sempre della Testor, questo per far risaltare i fori.
A tutto il carico bellico ho ripassato le superfici con il nero Tamiya diluito al 500 %, reso quindi quasi acqua
Una buona mano di vernice lucida e sono passato alle decals che come dicevo all’ inizio non sono perfettamente chiare nel loro posizionamento.
A questo ha sopperito la quantità smisurata di foto effettuate dallo staff Frems nelle varie basi d’appartenenza della macchina.
Ho scelto la versione con i numeri d’appartenenza anteriori e il nuovo adesivo dell’anniversario della nostra Aeronautica.
Un’altra mano di vernice ma questa volta satinata della Pebeo ha sigillato il tutto e mi ha permesso di iniziare il lavoro di rifinitura dei pannelli ad aerografo con nero Tamiya diluito con il suo Tinner al 500 %.
Ho evidenziato abbastanza pesantemente quei punti dove per effetto della manutenzione il velivolo si sporca di più e soprattutto il lato di salita dei piloti dove nella realtà si possono notare delle vere e proprie pedate un po’ difficili da riprodurre in 1: 48
Alcune scalfitture con alluminio e alcuni segni d’olio hanno completato il weathering.
Fatto ciò ho montato i carichi alari, le varie antenne che come dicevo ho assottigliato, le cornici in nero opaco delle prese d’aria, i sedili e le varie luci di navigazione oltre naturalmente ai carrelli e rispettivi portelli compreso quello dell’ aerofreno che in parcheggio tende ha scendere per effetto della perdita di pressione del circuito idraulico.
Il canopy non è stato incollato per permettere la visione degli interni.
Il modello, infatti, è stato costruito anche per essere esposto dalla ditta costruttrice Frems all’ edizione 2000 dell’Hobby Espò Professional , dove ha riscosso notevole successo tra i molti visitatori e operatori del settore.

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